In ritiro all’UTSS (2018) di Baunei
Un desiderio sfumato per due anni consecutivi. Nel 2016 infiammazione del tendine d’Achille, nel 2017 fascite plantare. Sembra proprio che per me “Questo trail non s’ha da fare”! Nel mio racconto non ci sono i Bravi de I promessi sposi e io non sono di certo Don Abbondio.
Il 2018 fila liscio sino al giorno in cui decido di iscrivermi all’UTSS Ultratrack Supramonte Seaside di Baunei (OG – Sardegna) per la 43 km con D+ 2500m (TSS).
Sono felice: tornerò a Baunei e questa volta per correre sui sentieri di questo evento che inseguo da alcuni anni. Da quando ho iniziato a correre in ambiente naturale questo è stato un mio grandissimo desiderio.
Arrivo a Santa Maria Navarrese il 5 ottobre. Mi sistemo nel B&B e chiamo al telefono nuovamente il mio caro amico Loris che dopo tante ore di viaggio (aereo e automobile) è giunto a destinazione per il suo ultra
da 90 km D+ 4500 m. Questa è la seconda volta che approda in Sardegna e anche in questa occasione non vestirà i panni del “semplice” ultratrailer ma sarà presente anche in veste di blogger (Foto Trail Running).
Si va al ritiro pacchi gara ed è già festa. Tanti volti noti e tantissimi sconosciuti e di diverse nazionalità. I numeri parlano chiaro: 680 partecipanti compresi i bambini della kids run. Tante persone tra trailer e
accompagnatori. Parlo con tante persone, alcune delle quali non vedevo da tempo e altre che mi
conoscevano solo in qualità di blogger (si passa dal virtuale al reale con una bellissima sintonia).
Finalmente abbraccio Loris e la sua bellissima famiglia. Al briefing ci sediamo accanto, ascoltiamo e commentiamo quanto accade davanti ed intorno a noi. Pianifichiamo la cena grazie a Raffaella – sua moglie – e ci diamo appuntamento per le 20:00. Il pasto che precede l’arrivo di Morfeo ci traghetta mentalmente
sempre più vicini alla start line. Pancia piena, pensieri pre gara e si va ai rispettivi alloggi.
Si dorme quanto decide il cervello in modalità “gara fuori casa” e si prende la strada verso la partenza.
Anche qui tanti incontri con trailer che non avevo avuto modo di incontrare la sera prima. La 90 km ha già
preso il via (ore 06:00 A.M.) e ora il ritrovo è tutto per le altre tre distanze in programma (kids run esclusa).
Ore 08:00 A.M. lo start e subito dritti per una morbida salita che ci guida lungo le vie di Santa Maria Navarrese con la testa proiettata verso il traguardo collocato a Baunei. Un saliscendi che ci prepara alle vere salite offre l’occasione di agganciarsi a chi si ritiene possa avere il medesimo passo. Nei trail è un
calcolo difficile da eseguire e con tanti errori di valutazione.
Si sale subito sui single track tecnici e molto panoramici che offrono scorci di mare o persino vedute sconfinate sulla distesa azzurra incorniciata da pareti verticali. La temperatura regala più gradi centigradi di quelli che avevo ipotizzato. Meglio il sole della pioggia che ha flagellato il territorio sino al giorno precedente la gara. Due guadi da affrontare entro i primi 7 km, entrambi presidiati dal Soccorso Alpino e ben attrezzati con corde per l’attraversamento. Organizzazione impeccabile. Chapeau!
Qualche scatto fotografico e si inizia a faticare sulla salita più impegnativa.
Il gruppo si sfilaccia e arriva la mia contrattura addominale. Riesco a gestirla con le solite pause e puntualmente riparto. Non so come sia nato il pensiero, forse ho letto dalla prospettiva sbagliata le mie sensazioni ma dopo l’11esimo km ho iniziato ad accusare una spossatezza notevole. Abbinando la distanza percorsa alle sensazioni esperite ho iniziato a remar contro me stesso. Alcuni, vedendomi seduto, mi hanno domandato se tutto andasse bene e ho risposto loro che stavo recuperando ossigeno. Non era una bugia: stavo tenendo sotto controllo la
noia muscolare, ma la mia era una risposta parziale e questo lo avrei capito solo più tardi.
Supero il bivio che smista il gruppo per il primo cambio di percorso dedicato a chi partecipa alla Fast Hike (FHS km 16 D+ 1000 m) e riprendo a correre con un ritmo migliore.
Un falso piano mi dà nuova linfa vitale. Altre salite, un bellissimo punto ristoro accanto ad un pinnetto (rifugio dei pastori caratterizzato da una forma circolare in pietra con copertura conica in legno) e qui incontro un’amica che sta optando per il suo ritiro. Un malore le impedisce di proseguire. Ha tentato ed è tornata nuovamente al punto di ristoro: sta valutando di interrompere la sua corsa. Lei è brava: partecipa a tanti trail e sa il fatto suo. La invito a procedere con me a passo moderato visto che le mie energie son meno di quelle a cui avrei dovuto far capo. Non la convinco e la saluto dicendole che sono certo che la sua sia stata una scelta sofferta ma giusta.
Altri trailer, questa volta della km 25 si palesano lungo il mio itinerario. È la volta di Davide P. con cui ho corso di recente nella mia zona. La mia crisi si è già manifestata e l’umore detta le regole. Decidiamo di proseguire insieme ma ad un certo punto opto per un ritmo inferiore e lascio che sfili perché la media a
chilometro penso sia troppo elevata per la distanza che devo percorrere. Dopo ogni salita le gambe non rispondono come vorrei nei richiami su falso piano e discesa. Dopo queste fasi le nuove salite sembrano
sempre più impegnative e guardando il gps mi scoraggio. Sono nel primo terzo di gara e la testa è diventata mia nemica: non mi sto godendo il trail come vorrei. Proseguo e il punto ristoro che incontro decreta la mia decisione finale. Accoglienza con tappetto rosso da parte di persone mai viste in precedenza. Tutti i volontari sono gentili e professionali. Questa oasi nel Supramonte di Baunei presenta una particolarità: si tratta di un crocevia dove gli atleti vengono smistati in base alla gara scelta. Decido di sedermi su una pietra
e subito i volontari mi propongono una bella sedia comoda oltre al ristoro. Rifiuto gentilmente l’offerta e resto sul mio trono di calcare per meditare. Mi hanno incoraggiato più volte e mostrato quanti trailer della mia distanza (TSS) stavano transitando e quanti ancora ne sarebbero dovuti passare. Niente: la testa era
andata. Non stavo correndo con serenità e vedevo il rischio del recupero da parte dei soccorsi. Proseguire per egoismo o errori di valutazione in corso d’opera non è da me. Credo che i soccorsi debbano essere “scomodati” solo quando ci sono degli imprevisti. Preferisco quando possibile, rientrare con le mie forze.
Chiedo se sia possibile avvisare gli organizzatori e se la mia corsa da ritirato possa proseguire lungo il tracciato della 25 km (BSS). Permesso accordato, ritiro ufficializzato. Mi alzo e riprendo a correre con nuove energie. Sapere che il traguardo era più vicino di quello scelto per la giornata mi ha restituito vigore.
Mi sono pentito? No, credo di aver fatto la scelta più opportuna. Son certo però che se non ci fosse stato questo bivio il piano B non sarebbe stato elaborato e realizzato con la medesima modalità.
Non tutti i mali vengono per nuocere. Mentre scendo e faccio qualche fotografia, chiacchiero con alcuni trailer. Da una discesa vedo arrivare Efisio, un amico con cui ho corso pochi mesi fa e allora decido di
procedere insieme a lui e nel mentre lo annoio con la mia scelta. Mi rincuora e tra una battuta e l’altra si parla del più e del meno mentre affrontiamo i sentieri.
La BSS (km 25 D+ 1600 m) è bella e non ne avrei dovuto parlare visto che la mia gara conta quasi il doppio dei chilometri, ma il bello del trail running sono anche questi piacevoli imprevisti. Grazie al mio ritiro posso ammirare sentieri non compresi nella 43 km. Bicchiere mezzo pieno!
Tanta pietra calcarea ricopre i sentieri: il suono delle nostre scarpe sulla grossa ghiaia di certi lunghi tratti offre un rumore di fondo alle immagini che scorrono davanti ai nostri occhi. Tratti di vegetazione e battuti
in terra cedono il passo a passaggi più tecnici e talvolta poco corribili. Ci sono piccole trappole nei sentieri e non si può correre con disattenzione. In un’occasione un piede quasi si incastra tra due pietre; per
completare l’opera due calci ravvicinati ad una innocente pietra decretano una pausa della mia corsa.
Valuto il danno e lascio che Efisio prosegua in solitaria per gli ultimi due chilometri che lo separano dal traguardo. Via calza e scarpa e si parte nuovamente verso la finish line. Prima però di immergersi nell’abitato una sorta di cavatappi a gradoni con corrimano in legno caratterizza una bella discesa. Terreno
viscido e ampi balzi caratterizzano quest’ultimo tratto a cui segue una piccola salita e un bel saliscendi dentro il paese di Baunei che mi proietterà verso la chiusura di questa corsa che ha acquistato un nuovo
sapore che assolutamente, per me, non sa di sconfitta.
In tanti mi chiedono del mio ritiro e qualcuno, scherzando, mi chiede se racconterò questa esperienza. Ci mancherebbe altro! Testimonio tutto ciò che accade e scriverò di certo un articolo dedicato a questa
eventualità.
Prima del pranzo un’ottima birra artigianale offerta da Davide S., bravo trailer e triatleta, che oggi ha giocato sulla Fast Hike da 16 km D+ 1000 m arrivando quarto al traguardo con una corsa spensierata.
Pranzo con tanti amici: Davide S, Davide P, Veruschka, Graziella e parlo con tante persone.
Oggi c’è tempo anche per l’amore e il taglio del traguardo tinge di romanticismo questo UTSS 2018. Ma ne parleremo in un’altra occasione.
Si festeggia, si parla dell’esperienza costruita sui sentieri di Baunei e si pensa alla cena.
Le ore passano e regalano sempre piacevoli sensazioni grazie alla magia del luogo alle amicizie vecchie, nuove e dell’ultim’ora. Incontro amici che hanno terminato precocemente la 90 km. Nella distanza regina
ben 23 ritiri che contano navigati atleti che hanno chiuso in precedenza questo percorso oltre ad altri ultratrail. Incontro Gianni – il Capitano – e Marina (l’amica trailer de La Traversata del sorriso): un abbraccio, due chiacchiere e un bel brindisi prima di salutarci per la cena.
Ho appuntamento con un bel gruppo di amici: Veruschka, Davide P., Cristina e Graziella mi attendono per una cena con sottofondo di chiacchiere. Mangiamo, ci rilassiamo, parliamo di tanti argomenti, tiriamo le somme della giornata e progettiamo corse ufficiali ed ufficiose. Un forte abbraccio e si va a dormire.
Domani si va per mare.
Domenica 07 ottobre 2018: ultimo giorno del mio UTSS.
Sveglia e via verso il porticciolo di Santa Maria Navarrese per il tour delle cale per atleti ed accompagnatori.
Le condizioni del mare sono perfette e il sole spende su di noi. Sulla motonave incontro diversi trailer con cui ho già corso, altri appena conosciuti e visi del tutto nuovi. Trascorrerò questa esperienza con Cristiano e
Claudia, non tralasciando il dialogo con illustri sconosciuti perché il mondo del trail running offre anche questa grande opportunità. La costa è meravigliosa: uno spettacolo unico. Grotte, insenature, la cascata dolce che abbiamo guadato e si unisce al mare ricordandoci i sentieri che abbiamo calpestato il giorno
prima: stento a credere ai miei occhi. Dovrei essere abituato a queste immagini ma la natura e soprattutto questo territorio presentano sempre un piatto ricco di stupore.
Primo bagno della giornata a Cala Mariolu. Approdiamo e dopo un minuto siamo tutti in acqua.
Temperatura fresca, piacevole e colori unici. Il calcare del Supramonte colora il mare come nessun altro sa fare.
Nuoto, esploro una piccola grotta e nuovamente mi immergo nel relax di queste acque limpide. Forse questo sarà il mio ultimo giorno al mare per il 2018… Mentre faccio dorso mi fermo e ammiro le pareti rocciose. Dovrei scomodare grandi poeti per provare a descrivere emozioni e particolarità di questo luogo.
Il tempo passa e la motonave recupera tutti i passeggeri. Si solca nuovamente il mare: direzione Cala Luna.
Nuovo approdo, nuovo bagno. La spiaggia più estesa offre spazio a un maggior numero di persone. Trail runner in arrivo! Ma anche qui siamo stati preceduti da bagnanti ed escursionisti.
Il mondo è piccolo e sento una voce che mi chiama: è Leonella la mia amica guida ambientale che sta narrando il territorio ad un gruppo con cui ha appena percorso diversi chilometri sui sentieri.
A Cala Luna ammiriamo alcuni climber e ci facciamo rapire da una bella grotta.
Il tempo vola quando l’anima è appagata. Si sale a bordo della nostra imbarcazione e rientramo in porto.
Mentre ripercorriamo il viaggio a ritroso hanno fatto la loro comparsa altri climber che sulle pareti viaggiano verticali alla scoperta tattile e visiva di queste rocce a picco sul mare.
Il rientro in porto e il momento dei saluti.
Non so se sia il caso di cambiare l’unica virgola fuori posto della mia esperienza. Il ritiro mi ha dato modo di correre su un percorso che solo in parte avrei visto con la 43 km. Per me sarà un’occasione per tornare
all’UTSS di Baunei del prossimo anno con nuovi stimoli e soprattutto con le novità annunciate per l’edizione 2019. Le distanze crescono: percorsi più lunghi e con maggiore dislivello positivo. Non solo! Con il nuovo anno arriverà anche la Skyrace dentro il pacchetto dell’UTSS. La 16 km si trasforma in competitiva con l’aggiunta di un importante dislivello che renderà ancora più piccante questa esperienza sui sentieri.
Ringrazio tutti gli amici e le amiche trailer con cui ho trascorso momenti fantastici e soprattutto gli organizzatori dell’UTSS che, con professionalità e passione, hanno regalato un evento trail di gran livello. Ero
certo che lo staff non avesse costruito la propria fama con semplici parole e in questi giorni ne ho avuto conferma.
Regalatevi questo trail per il 2019: qualunque distanza sceglierete avrete di certo la possibilità di vivere una
bellissima esperienza.
Dall’UTSS di Baunei (OG – Sardegna) per ora è tutto.
Agenda in mano per l’Ultratrack Supramonte Seaside di Baunei 2019.
Accogliete a braccia aperte gli imprevisti e buon trail
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